Agenzia di Stampa AP.BISCOM, Giovedì 19 Settembre 2002

SINDONE/NON SI PLACANO POLEMICHE PER IL RESTAURO DELLA DISCORDIA

P.Pfeiffer: I sindonologi sono amareggiati per questa vicenda

Città del Vaticano, 19 sett. (Ap.Biscom) – Sale l’attesa (e le polemiche) tra i sindonologi di tutto il mondo per conoscere nel dettaglio i risultati dell’ultimo restauro sulla Sindone. Alla vigilia della relazione del cardinale di Torino, Severino Poletto, non si placa affatto la querelle sul delicato intervento “conservativo” intrapreso senza troppa pubblicità ad agosto per togliere le ‘toppe’ e i rammendi fatti nel 1534 dalle suore di Chambéry a seguito del devastante incendio che rovinò il sacro telo.
“Aspettiamo di conoscere i risultati, anche se temo che questo intervento finirà per spaccare i sindonologi” afferma Alberto Di Giglio, responsabile del Centro Sindonologico italiano. Un altro esperto della materia, Padre Heinrich Pfeiffer, docente di storia dell’arte medievale alla Gregoriana, non nasconde le proprie perplessità e attacca: “Mi chiedo se era effettivamente necessario – dice interpellato da Ap.Biscom – Un intervento di questo genere potrebbe essere giustificato per due ragioni: o le suore di Chambéry a suo tempo hanno fatto un lavoro non preciso, o è emerso che i rattoppi, così come il supporto del telo d’Olanda su cui è cucita la Sindone, non svolgono più la funzione di tenere assieme la reliquia. Io vorrei avere ragguagli proprio su questo punto. Noi esperti siamo addolorati e amareggiati per come si è svolta l’operazione perché di questo importantissimo passo non siamo minimamente stati informati. Se vuol dire che non ci considerano più persone di fiducia, ritengo sia molto grave” ha concluso padre Pfeiffer.
La reliquia più preziosa per la cristianità, sulla quale si ritiene vi sia impressa l’immagine di Gesù, è stata sottoposta ad una ‘ripulitura’: non solo è stata sostituita la tela d’Olanda sulla quale era cucito il lenzuolo, ma sono stati tolti i rammendi della suore di Chambéry attorno ai quali, nel corso dei secoli, si erano accumulati minuscoli detriti, polvere, sporcizia e residui carboniosi. La Commissione incaricata della conservazione della Sindone nel 1998 aveva deciso di srotolarla per evitare ulteriori danneggiamenti. Distendendolo, però, gli esperti avevano accertato che in alcuni punti il cattivo stato del telo poteva compromettere le stesse operazioni conservative fino a quel momento intraprese. Così si era deciso di procedere alla pulizia delle toppe.

La perplessità degli studiosi e la difesa del comitato

Città del Vaticano, 19 sett. (Ap.Biscom) – “In questo modo però viene a mancare la traccia storica che possedeva il telo. Visto che mancano fonti documentarie antecedenti al 1200, la storia della Sindone fino ad oggi è stata letta anche attraverso i segni impressi sul lenzuolo. I documenti scritti sulla reliquia risalgono infatti al 1356. Tutto quello che sappiamo prima di questo periodo – spiega Di Giglio – lo sappiamo per ciò che vi era scritto sopra, per le pieghe dovute ai vari modi in cui è stato sistemato durante le varie epoche. Di fatto il restauro ha espropriato questa visione scientifica. Aspettiamo, tuttavia, di sapere cosa dirà il cardinale Severino Poletto sabato”.
Sul fuoco delle polemiche getta acqua il professore Bruno Barberis, fisico matematico e membro del Comitato per la Conservazione della Sindone. “Mi stupisco di una tempesta in un bicchier d’acqua. Gli esperti abbiano la pazienza di attendere fino a sabato, quando verranno date le motivazioni dell’intervento sulla Sindone. In questo periodo sono state dette e scritte molte cose inesatte”.


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