Note su don LUIGI FOSSATI, SDB (1920-2007)

Dopo 60 anni di sacerdozio, studioso appassionato della Sindone, l’11 aprile 2007 (a dieci anni esatti dall’incendio della Cappella del Guarini, che mise in serio pericolo l’integrità della Sindone) è spirato all’età di 87 anni. Con lui scompare un altro importante precursore della sindonologia moderna. Nel venire a conoscenza di questa notizia, il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato della Santa Sede, rispondendo ad un amico di don Luigi, ha scritto: “…conservo di lui un vivo ricordo di dedizione e di carità sacerdotale”.

Nacque nel 1920 a Torino, una città per la quale nutrì un particolare affetto, soprattutto perché da oltre quattro secoli vi si conserva la Sacra Sindone, che egli vide esposta nel 1931 e nel 1933. Nel 1947 venne ordinato sacerdote dal cardinale Maurilio Fossati. Già allora coltivava interessi sindonici e in quell’anno tenne una conferenza sulla Sindone ai confratelli dello studentato teologico di Bollengo. Fu il primo autore di filmine sulla Sindone che preparò con cura nel 1950 allo scopo di diffondere la conoscenza fra i giovani.

È già del 1961 il suo primo rilevante studio storico dal titolo La Santa Sindone. Nuova luce su antichi documenti nel quale pubblicò alcuni documenti originali del Regesto Vaticano, mai resi pubblici prima. Questo suo contributo portò nuovi chiarimenti sui motivi del Memoriale di Pierre d’Arcis (utilizzato dagli avversari dell’autenticità della Sindone). Anche negli ultimi suoi anni di vita, don Luigi, se interrogato su tale argomento, ribadiva chiaramente che si trattò di una presa di posizione di natura disciplinare del vescovo di Troyes, che a tutt’oggi non ha alcun valore scientifico (tanto è vero che il vescovo non vide mai la Sindone). Il motivo di quella avversione del vescovo verso la Sindone era che i canonici di Lirey la presentarono ai pellegrini, raccogliendo ingenti elemosine, senza chiedergli alcuna autorizzazione. Quindi, era sbagliato affermare che un vescovo del Medio Evo avesse già detto che si trattava di una falsa reliquia. Questo concetto, don Luigi Fossati lo spiegò e lo difese in numerosi articoli pubblicati negli anni successivi. Un esempio tipico di questi contributi fu quello pubblicato nel 1969 sulla Rivista di Pedagogia e Scienze Religiose intitolato Fatti e documenti del secolo XIV sulla Santa Sindone (Anno  VII n. 2, Torino, Maggio/Agosto 1969).

Nel 1968, in collaborazione con mons. Piero Coero Borga, allora segretario del Centro Internazionale di Sindonologia e cappellano della Confraternita del SS. Sudario, curò la pubblicazione Conversazioni e discussioni sulla Santa Sindone. Tre anni dopo la LDC pubblicò la  Enciclopedia della Bibbia affidando a don Luigi la voce Sindone (per la storia).

Nel volume Osservazioni alle perizie ufficiali sulla Santa Sindone 1969 – 1976 fece acute considerazioni sui risultati presentati dagli esperti nominati dal card. Michele Pellegrino.

In occasione dell’ostensione del 1978 pubblicò Breve saggio critico di bibliografia e di informazione sulla Sacra Sindone, continuando l’opera già imponente intrapresa dal Dervieux,  nel quale elencò e descrisse le principali pubblicazioni uscite fra il Primo Congresso Nazionale di Studi (1939) e il Secondo Congresso Internazionale (1978) .

Nel 1981 uscì un’altra sua pubblicazione su uno dei personaggi protagonisti delle vicende relative alle prime fotografie effettuate alla Sindone nel 1898: Don Natale Noguier de Malijay, studioso della Sindone; un sacerdote salesiano,  professore di fisica e di chimica al liceo "Valsalice", che tramite il barone Manno ottenne da Umberto I il permesso di fotografare per la prima volta la Sindone. L'esecuzione della fotografia fu affidata, come tutti sappiamo, ad un esperto, l'avvocato Secondo Pia.

Oltre che con varie riviste, collaborò anche con quelle sindoniche come Sindon e Collegamento pro Sindone, soprattutto sul tema delle copie a grandezza naturale esistenti in Italia, sul confronto con l’originale e il loro valore documentario. Anche su questo argomento le idee di don Luigi erano chiare: rispondendo a coloro che ritenevano che negli ultimi secoli vi fossero numerose sindoni per le chiese d’Europa, ribadiva, con argomentazioni ben documentate, che nessuna copia era in concorrenza con l’originale.

In occasione del Giubileo e dell’ostensione del 2000 (alla veneranda età di 80 anni) presentò al pubblico la sua ultima fatica La Sacra Sindone. Storia documentata di una secolare venerazione. Il libro ha la prefazione di mons. Tarcisio Bertone, a quel tempo Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede ed arcivescovo emerito di Vercelli.

È del 2001 il suo ultimo articolo uscito su Collegamento pro Sindone Internet a proposito delle copie a grandezza naturale esistenti in Italia, delle quali era il maggiore esperto.

Don Luigi sino a qualche anno fa, quando la sua vista ancora glielo consentiva, stava lavorando ad una ricerca sulle copie sindoniche realizzate a grandezza naturale nel corso degli ultimi secoli. Sino a quando la salute glielo permise, seguì con grande interesse, anche se a distanza, le vicende della Sindone: l’incendio del 1997, le due ultime ostensioni del 1998 e del 2000, il simposio di Villa Gualino e gli altri congressi sindonici, le riprese in digitale, le nuove pubblicazioni, l’intervento del 2002, ecc. Si sentiva telefonicamente con persone impegnate nel mondo della Sindone e puntualmente si faceva procurare copia dell’ultima pubblicazione uscita per poi farsela leggere dal fratello don Gianni, anch’egli residente nella casa salesiana di San Benigno Canavese (Torino).

Sulla scia di numerosi altri salesiani, don Luigi Fossati dedicò tempo e ingegno alla diffusione della cultura sindonica prefiggendosi di far conoscere sino a che punto è arrivato l’amore di Dio, permettendo di esaltare il valore cristiano della Sindone che giustamente viene definito "Quinto Vangelo". La sua lunga e infaticabile attività salesiana fra i giovani e l’accoglienza dei disegni di Dio hanno dimostrato che don Luigi era un vero figlio di don Bosco, ma era anche un vero sindonologo, quello che non rimane limitato alla pura ricerca scientifica, ma va più a fondo sino a immergersi nel mistero della Passione di Cristo.


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