Radio 24 - Linea 24 – 12 agosto 2002


Il restauro della Sindone

(Ascolta l'intervista in italiano in formato RealAudio)
È da poco terminato il restauro della Sacra Sindone, effettuato da parte della Diocesi di Torino. Ai nostri microfoni Emanuela Marinelli, esperta sindonologa, e Marco Bonatti, direttore della “Voce del Popolo”, settimanale della Curia di Torino.

Intervistatore – Le notizie ormai divenute ufficiali: la Sindone, cioè a dire il massimo cimelio-reliquia della Cristianità, perché ritenuta il lenzuolo funebre di Gesù di Nazareth, è stata restaurata. La Diocesi di Torino ammette appunto che cosa: la rimozione di trenta rappezzi cuciti sul lenzuolo dopo l’incendio del 1532 alla Sainte Chapelle a Chambéry dov’era tenuta appunto la Sindone. Per chi non lo sapesse, cos’è esattamente la Sindone? Lo chiediamo ad Emanuela Marinelli, esperta sindonologa, come sono chiamati gli studiosi della Sindone, buongiorno!

Marinelli – Buongiorno! La Sindone è un lungo pezzo di stoffa, 4 metri e 37 centimetri per 1 metro e 11, una stoffa antica, pregiata, che reca la doppia figura frontale e dorsale di un uomo, un uomo che presenta vistose macchie di sangue, questo sangue è stato analizzato ed è effettivamente sangue umano.

Intervistatore – Ed è ritenuto il sangue, ed è ritenuto la figura di Gesù di Nazareth, se non sbaglio, questo è scientificamente ormai provato.

Marinelli - Beh, diciamo che la tradizione ci ha consegnato questo lenzuolo come il lenzuolo funebre di Gesù, gli scienziati hanno detto la loro parola trovando, per esempio, pollini di piante che crescono soltanto in Medio Oriente, che quindi ci fanno capire che questo lenzuolo viene da quella zona; è stata scoperta anche una cucitura uguale a quella delle stoffe rinvenute negli scavi archeologici di Masada, quindi senz’altro è il telo funebre di un uomo che è stato ucciso in ambito giudaico. Poi oltre la scienza si sovrappone chiaramente la storia e quindi il confronto con i Vangeli, noi arriviamo a dire che questo lenzuolo è appartenuto a Gesù di Nazareth confrontando quello che ha subito quest’uomo di cui vediamo le tracce, appunto, l’immagine nella Sindone con quanto ci dicono i Vangeli; c’è una coincidenza perfetta ma ci sono addirittura dei particolari che un falsario, un contraffattore non avrebbe potuto immaginare: per esempio c’è del terriccio al naso e alle ginocchia che si vede solo con il microscopio, quindi questo testimonia le cadute lungo la via verso il luogo della crocifissione; e tante altre di queste piccole tracce, piccoli elementi che come un detective, come Sherlock Holmes sono stati identificati e mettendo insieme tutti gli elementi scientifici riscontrati la probabilità che sia Gesù è talmente alta che dire il contrario oggi è veramente avventuroso.

Intervistatore – Questo lenzuolo è stato mostrato al pubblico tre volte, si chiamano Ostensioni, nel 1978, dal 27 agosto all’8 ottobre, come molti di voi ricorderanno, nel 1998, 56 giorni di ostensione, e poi quella più lunga della storia, dal 12 agosto al 22 ottobre, durante il Giubileo del 2000. Marco Bonatti, il direttore della Voce del Popolo, buongiorno!

Bonatti – Salve!

Intervistatore – Che è il settimanale della Curia dove è custodita la Sindone. Che tipo di interventi sono stati realizzati sulla Sindone recentemente, sembra fino al 22 luglio, dal 20 giugno al 22 luglio. Bonatti!

Bonatti – Si, queste notizie noi eravamo pronti, saremo pronti a darle in modo più completo a Settembre, quando saranno terminate delle cose tecniche di stampa dell’immagine, eccetera. Gli interventi sono stati interventi di restauro che hanno riguardato, appunto, la rimozione delle toppe e la ripulitura dal telo di una serie di impurità che si erano accumulate in 400 anni perché nessuno aveva più fatto nessuno di questi interventi. Nel frattempo sono state eseguite nuove serie di fotografie proprio per documentare il lavoro svolto e metterlo poi a disposizione degli studiosi.

Intervistatore - Lei giustamente ha detto “i dettagli ci saranno a Settembre”; cosa è successo, allora, c’è stata una fuga di notizie non voluta dal Vaticano e qualcuno è stato bravo a portare alla luce, a rilevare questa notizia delle operazioni che sono avvenute sulla Sindone; io le chiamo operazioni, poi magari qualche dettaglio in più ce lo darà…

Bonatti – Si, sono state delle operazioni…

Intervistatore – Cosa è successo?

Bonatti – Mah, queste non sono valutazioni che ci riguardano direttamente; intorno alla Sindone, intorno a questa operazione c’era una riservatezza che mi pare comprensibile, addirittura ovvia, in questi tempi di attentati, eccetera, prima di avviare questi lavori si sono sentite le autorità di polizia e si concordava sul fatto che la Sindone poteva essere uno degli obiettivi di gesti dimostrativi e quindi non c’era proprio nessun motivo, nessun bisogno di far sapere prima o durante delle cose che comunque si sarebbero fatte sapere a suo tempo. Questo è il motivo della riservatezza dell’intervento. Una riservatezza che per altro era molto relativa perché tra i preti se ne parlava abbastanza liberamente eccetera, quindi non è che ci fosse nessun altro motivo di segreto come invece qualche giornale ha scritto. In ogni caso questi non sono problemi nostri, voglio dire, si è fatto quello che era doveroso e necessario per poter lavorare in tranquillità.

Intervistatore – Senta, è vero che è stata sostituita la cosiddetta tela d’Olanda, cucita sul retro della Sindone per sostenerla meglio?

Bonatti – Si. È stata sostituita con un’altra tela, anche questa poi detta tela d’Olanda per cui ci sarà confusione di termini. Si è deciso appunto di non ricostituire le toppe ma semplicemente di collegare il tessuto della Sindone al tessuto sottostante di supporto. La dottoressa Marinelli sa sicuramente dire meglio di me queste cose.

Intervistatore – Dottoressa Marinelli!

Marinelli – Si. Beh, io non ho partecipato all’operazione. Quello che io posso spiegare è che appunto la tela d’Olanda era stata messa nel 1534 dalle suore Clarisse, alle quali era stato affidato questo lavoro di restauro, restauro che è stato fatto con molta perizia e pazienza da queste suore che hanno addirittura operato in ginocchio, pregando e usando aghi d’oro per rispetto. Certamente la notizia della rimozione di questo restauro cinquecentesco lascia un po’ sconcertati perché era anch’esso ormai una cosa storica preziosa. Insomma, c’è stato…ho letto ieri sul Tempo un intervento del Prof. Francesco Sisinni che metteva anche questa perplessità sull’operazione. Certo quando sapremo… io l’ho saputo dai giornali, quindi non ho partecipato alle operazioni… non so dire di più.

Intervistatore – Ecco, ma che perplessità ci sono? Che perplessità ci sono?

Marinelli – Mah, io ho sentito molti scienziati che fra l’altro erano stati anche invitati ad un convegno a porte chiuse a Villa Gualino nel marzo del 2000 e che sono anche loro sconcertati perché anche loro l’hanno saputo dai giornali, cioè... Questi scienziati, la maggior parte li conosco e ci ho già parlato in questi giorni, si aspettavano magari di essere un po’, diciamo, consultati perché esperti della Sindone da tanti anni, quindi, non so, c’é per esempio il prof. Meacham, un archeologo, o John Jackson, che è stato il coordinatore del gruppo di scienziati americani che ha studiato la Sindone nel 1978, o Larry Schwalbe… potrei fare un lungo elenco, insomma… sono tutti piuttosto perplessi perché questa scelta è stata fatta da un gruppo molto ristretto di persone che hanno la fiducia del Cardinale, quindi io non è che metto in dubbio questa fiducia o il valore di queste persone, però, essendo un gruppo ristretto, io dico che si sono presi una bella responsabilità perché forse un consulto più ampio, vista la preziosità dell’oggetto, era necessario. La perplessità è intanto che rimuovendo il telo di sostegno e le toppe si sono perse quelle pieghe che andavano studiate per ricostruire se la Sindone era stata effettivamente piegata a Edessa e a Costantinopoli come dicevano gli storici e poi ecco, anche questo materiale, io non so, io spero che abbiano campionato in situ punto per punto la polvere che c’era fra le due stoffe perché anche quella poteva dare informazioni preziose, insomma. Ho letto che è stato tutto conservato, no? Però, insomma, certo questa rimozione così drastica di tutto questo materiale lascia molte perplessità, insomma, anche sulla necessità, effettivamente, di farla, una cosa del genere. Siamo tutti un po’ sconcertati, ecco. Io mi interesso della Sindone da 25 anni e una mattina apro il giornale e leggo che la Sindone è stata trasformata in questo modo, insomma, si resta un po’ a bocca aperta. Ma questa non è una perplessità solo mia ma di parecchi scienziati di tutto il mondo, ecco, che…

Intervistatore – Bonatti, come risponde a queste perplessità?

Bonatti – Dunque, prima di tutto mi sembra che soprattutto da una persona esperta e che veramente ama la Sindone come la professoressa Marinelli sia più che legittimo esprimere questi pareri e mi rendo conto che ci possano essere delle cose antipatiche nel momento in cui si scelgono delle persone piuttosto che altre, questi sono problemi che ci si trascina in situazioni di questo genere, però devo dire questo: il lavoro fatto adesso rientra in una serie di criteri e proposte di intervento definita dalla commissione per la conservazione già da dieci anni e che sono state attuate via via. Sulla Sindone si è intervenuti sia nel ’98, sia nel 2000 e adesso nel 2002 sempre seguendo un criterio preciso, esplicito, dichiarato, conosciuto di interventi teso a migliorare, a rendere ottimali le condizioni di conservazione, quindi non è che sia una cosa completamente nuova e questo, è la cosa più importante, la conservazione non ha niente a che spartire con la ricerca scientifica, che è un altro discorso. Il simposio a cui la Marinelli faceva riferimento si è occupato di altre cose, non di questo, della conservazione.

Intervistatore – Insomma, non c’è nessun mistero intorno a quest’operazione, intorno alla Sindone?

Bonatti - Su tutte le ragioni di sicurezza sicuramente no, per quanto veda io.

Intervistatore - C’è un accordo totale della Santa Sede sul tipo di operazione effettuata, naturalmente?

Bonatti – Su questo non ho nessun dubbio. Il cardinale stesso su Avvenire sabato scorso ha voluto dichiararlo esplicitamente, quindi mi sembra che riferire qualunque dubbio su questo non abbia molto significato.

Intervistatore – Senta, lei l’ha vista la nuova Sindone, chiamiamola così?

Bonatti – Questa è una domanda personale…

Intervistatore – Non c’è dubbio che sia una domanda personale!

Bonatti – L’ho vista…

Intervistatore – Che impressione ne ha tratto?

Bonatti – Un’impressione… non so se poi alla Marinelli piacerà… di pulizia. L’immagine mi risulta molto più definita, per cui… adesso… io sono… non ho nessuna conoscenza scientifica e non voglio averne… a me sembra che quando sarà il caso, nel 2025, la Sindone sarà esposta, comunque molto prima dal Settembre le immagini potranno essere a disposizione di tutti, credo che la lettura dell’immagine da parte del credente, dell’osservatore comune sarà migliorata.

Intervistatore – Lei ha avuto un’immagine assolutamente positiva dei nuovi lavori, della nuova Sindone?

Bonatti – Si, ma non in grazia dell’impiego, certo! Si, si, direi senz’altro e le persone che hanno operato gli interventi con cui ho avuto modo di parlare, che mi hanno spiegato le cose, mi hanno confermato in quest’impressione.

Intervistatore – Senta, un’ultima cosa. L’intervento sulla Sindone, questo glielo hanno già chiesto in molti, però glielo voglio far ripetere, magari ci sono novità, questi interventi sono il preludio magari per una nuova ostensione, e traduciamo questa parola, ostensione, che significa mostrare al pubblico sostanzialmente il lenzuolo, la Sindone?

Bonatti – Io vorrei dire che non sono in grado di rispondere su… per quanto riguarda la parte delle ricerche scientifiche perché dopo il simposio del 2000 tutto il materiale accumulato mi risulta che viene esaminato, elaborato, confrontato, eccetera. Per quanto riguarda le Ostensioni, il cardinale Poletto alla fine dell’ostensione del 2000 ha detto: “ci rivedremo nel 2025 quando presumibilmente ci sarà il prossimo Anno Santo”.

Intervistatore – Ecco, però 25, 23 anni sono tanti, c’è stato questo nuovo intervento, si può prevedere che la Sindone verrà mostrata prima, secondo lei?

Bonatti - Non saprei proprio perché i criteri dell’Ostensione possono essere i più vari. Quello degli anni santi è una cosa abbastanza sicura. Dire prima… si, lo so che si parla del 2006 ma non mi sembra che abbia per adesso nessun significato particolare.

Intervistatore – Il fatto di mischiare laico e religioso con le olimpiadi del 2006…

Bonatti – Si, infatti, non vedo proprio, non mi pare un motivo forte questo. Io credo che si debba tenere conto anche di questo: l’Ostensione, l’esposizione, in quanto evento specificamente religioso, proprio perché si mostra un oggetto, l’avete chiamato reliquia, noi non usiamo questo termine, proprio perché c’è una prudenza della Chiesa diversa, no, però comunque un oggetto che richiama in modo così emozionante i segni della Passione, in cui la gente va a cercare il Signore comunque associandolo alle sue domande, è un fatto straordinario, è un evento che non può diventare una costante, se diventa una costante allora diventa… si rischia così di farne un oggetto da museo.

Intervistatore – L’oggetto non è più … certo, l’oggetto non è più straordinario, non c’è dubbio.


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