LA STAMPA – Mercoledì 18 Settembre 2002, pag. 16


Sabato la presentazione. Rimosse le toppe cucite nel ´500 e sostituita la tela di sostegno
«Sindone, un restauro a rischio»
Polemica degli scienziati sul lavoro di ripulitura

di
Marco TOSATTI

CITTA´ DEL VATICANO - E´ polemica sulla Sindone: l´operazione di «restauro» condotta ad agosto, e che verrà illustrata sabato prossimo a Torino, ha suscitato reazioni molto forti nel mondo dei sindonologi. L´eliminazione delle «toppe» cucite dalle Clarisse dopo l´incendio di Chambéry, e la sostituzione della tela di sostegno con un nuovo tessuto sono i due punti fondamentali su cui si è già aperto un dibattito. E´ facile prevedere che la conferenza stampa di sabato sarà circondata da molto calore. Le prime perplessità riguardano le famose «toppe». I rappezzi cuciti sul lenzuolo dalle suore Clarisse nel 1534 costituivano una parte importante, significativa e visiva della storia e del patrimonio della Sindone. Era urgente rimuoverle? Poi c´è il problema delle modalità con cui l´operazione è stata condotta. Varie voci nel mondo dei sindonologi lamentano che l´operazione sia stata decisa da poche persone nel riserbo più totale. Se, come sembra, la prossima ostensione della Sindone non dovrebbe avvenire prima del 2023, ci si chiede da più parti perché la proposta di restauro non è stata fatta oggetto di una consultazione più ampia, visto il valore religioso del reperto. C´è poi un aspetto decisamente più tecnico, ma non meno importante, vista la discussione ancora aperta sulla validità degli esami al carbonio 14. Molti scienziati si attendono che la dichiarazione ufficiale di sabato dia una descrizione completa di tutti i trattamenti di conservazione, compresi qualsiasi pulizia, spazzolatura, o aspirazione, condotti durante il «restauro, in modo che i ricercatori indipendenti possano valutare se involontariamente è stato fatto qualche danno». E che egualmente venga fornita una dettagliata spiegazione degli esami scientifici, dei monitoraggi e della raccolta di campioni che sono stati effettuati durante l´operazione. Ci si chiede fra l´altro se la nuova tela di sostegno è stata analizzata in merito alla presenza di residui chimici o ad impurità che potrebbero interessare la Sindone. Il timore di alcuni sindonologi è che l´eliminazione delle toppe e la sostituzione del telo abbiano compromesso in maniera rilevante la possibilità di «leggere» la storia della Sindone nel suo sviluppo secolare. Il simposio mondiale di esperti organizzato dall’Arcidiocesi di Torino nel Marzo 2000 raccomandava: «È essenziale una serie di esperimenti specificamente diretti a migliorare la nostra conoscenza per gli scopi della conservazione, particolarmente in considerazione dello sviluppo considerevole degli strumenti e dei miglioramenti nei metodi analitici non-invasivi». Questa raccomandazione, lamentano gli scienziati, non è stata seguita; e si chiedono perché i ricercatori presenti a quel convegno, o gli scienziati dello STURP (Shroud of Turin Research Project), il gruppo scientifico che probabilmente ha compiuto la ricerca più ampia e scientificamente coordinata nel 1978 non sono stati consultati riguardo alle alterazioni. O, eventualmente, chiamati a «monitorare» l'operazione e a raccogliere i dati nei momenti opportuni. Il «Collegamento Pro-Sindone», un gruppo molto attivo guidato dalla professoressa Emanuela Marinelli, ha scritto anche al Papa, che della Sindone è «il proprietario», protestando perché l´operazione ha provocato «la perdita di materiale prezioso: polveri, pollini, particelle di sangue e altre microtracce presenti anche nelle parti finora nascoste della Sindone». La proposta del «Collegamento» è che «venga allargata la Commissione di conservazione della Sacra Sindone, sotto l'egida della Pontificia Accademia delle Scienze»: cioè sotto un più diretto controllo del Papa.

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