IL GIORNALE – Mercoledì 2 febbraio 2005, pag. 14


 “Macché medievale! La Sindone risale al tempo di Gesù”

Così rivive il miracolo del metodo scientifico - Il mistero e la scienza

di

Franco BATTAGLIA


Il caso della Sacra Sindone è forse, proprio per la sua particolarità, il più suggestivo esempio della potenza del metodo scientifico quale strumento d’indagine. Certamente non il solo: per farci una ragione del mondo che ci circonda, abbiamo bisogno anche dell’arte, della filosofia, della religione. Ma la scienza è un’attività assolutamente speciale e unica perché, a differenza di ogni altra, obbedisce a due regole:

1) sottoporre le proprie affermazioni all’esame degli altri scienziati;           

2) abbandonarle se esse non superano quell’esame.

 

Quella scientifica è allora un’attività in perenne stato di “lavori in corso”, e ogni sua “verità” è sempre provvisoria; o, comunque, è considerata tale. In una parola, per definizione, la scienza – o, meglio, il metodo scientifico – rifiuta il pregiudizio.

Per secoli si è creduto che la Sacra Sindone fosse il drappo ove fu avvolto il corpo di Gesù morto. Per secoli sino a 17 anni fa, quando un potente e attendibile metodo di datazione, scientificamente codificato, stabilì in modo “inequivocabile” che quel drappo è un falso medievale. Quel che qui c’interessa sono quelle virgolette, che oggi sono d’obbligo.

Raymond Rogers del Laboratorio Nazionale di Los Alamos and leader chimico del team che, sin dal 1977, prese parte al progetto di datazione della Sacra Sindone, dichiarò che avrebbe “sconfessato in cinque minuti” Sue Benford and Joseph Marino, che cinque anni fa sostennero l’inattendibilità della datazione al carbonio-14 eseguita nel 1988. Ebbene – ecco come funziona il metodo scientifico – Rogers, partito con l’intento di sconfessare i colleghi, ha dovuto riconoscerne le ragioni, o perlomeno le conclusioni.

Il campione prelevato nel 1988 dalla Sacra Sindone per la datazione al C-14 fu diviso fra tre diversi laboratori (in Usa, Inghilterra e Svizzera) per tre separate datazioni. I tre laboratori furono concordi nel fissare “con confidenza del 95%” la data di quei campioni tra il 1260 e il 1390: la Sacra Sindone sembrò, al di là d’ogni ragionevole dubbio, un falso medioevale. Il metodo di datazione al C-14 è, come detto, potente e attendibile e, anche se bisogna fare molta attenzione a possibili contaminazioni del campione che si sta analizzando, gli operatori esperti riescono a dare risposte con margini d’errore contenuti. E, comunque, dal I al XIV secolo ne corre di tempo: troppo per pensare a errori nel metodo al C-14. La cui risposta era infatti corretta. Cosa diavolo è allora accaduto?

E’ accaduto che sembra sia stato proprio il diavolo a mettersi in mezzo: il campione prelevato per la datazione non era rappresentativo dell’intera reliquia e non era pertanto valido per determinarne l’età, come ha “inequivocabilmente” (stavolta le virgolette le metto io) stabilito la ricerca di Rogers, pubblicata nell’ultimo fascicolo dei Termochimica Acta. La Sindone fu successivamente riparata e la sfortuna (o il diavolo, se vi piace) ha voluto che il campione prelevato nel 1988 contenesse ampia porzione della “pezza” aggiunta dopo. Che, evidentemente, fu aggiunta con tale maestria, da renderla invisibile a occhio nudo. E, infatti, dovettero usare tecniche fotografiche ad alta risoluzione Benford e Marino per accorgersi del rammendo e per ipotizzare che esso avrebbe potuto riguardare una successiva aggiunta, come Rogers, contrariamente ad ogni propria aspettativa, ha appunto confermato.

 Benford e Marino hanno proposto, per l’origine del rammendo, una ben più poetica storia, che risale a Margherita d’Austria, figlia dell’imperatore Massimiliano I, regina d’Olanda e – dopo aver sposato, in seconde nozze, Filiberto II – duchessa di Savoia (e, pertanto, custode della Sacra Sindone). Margherita nutriva una particolare passione per l’arte tessile, una passione che deve aver trasmesso a suo nipote Carlo V, di cui era tutrice, e che, alla morte di Massimiliano, divenne l’ultimo imperatore tedesco del Sacro Romano Impero incoronato dal Papa. Nel proprio testamento Margherita dispose che, alla propria morte (avvenuta nel 1531), un lembo della Sindone, ampio poco più di un decimetro quadrato, fosse tagliato e donato alla Chiesa cattolica. Carlo, oltre ad avere l’interesse a eseguire quell’ultima volontà di Margherita (motivato da quello di consolidare i rapporti con la Chiesa), avrebbe avuto anche il desiderio di preservare la bellezza ed integrità della Sindone. Un desiderio che gli veniva spontaneo dalla passione trasmessagli da Margherita per l’arte tessile e che lo aveva spinto a circondarsi di tessitori di raffinatissima qualità, senz’altro capaci di eseguire il rammendo in modo perfetto.

La presenza, nel campione usato per la datazione al C-14, di una porzione più recente di tessuto, mista ad una più antica, avrebbe quindi determinato la data annunciata 17 anni fa. Gli studiosi della Sindone sapranno rispondere alle molte domande che ciascuno di noi si pone spontaneamente dinanzi a tale affascinante storia. Nel frattempo, noi, più prosaicamente, attendiamo una datazione al C-14 eseguita su campioni scelti con maggiore meticolosità.


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